Ma noi quanto siamo accessibili?
di Enzo Costa
Tutti o quasi abbiamo un amico consulente globale in fantatecnologia. Quello che per ogni comparto dell’esistenza è pronto a stupirci con effetti speciali vieppiù mirabolanti concernenti le magnifiche sorti e progressive dell’hi-tech applicato: la casa e i suoi comfort? "Avremo il frigorifero che dialoga con il forno e sussurra alla lavastoviglie!" "Con un unico telecomando si potrà accendere la luce del soggiorno, spegnere il gas in cucina e abbassare le tapparelle della camera da letto, il tutto stando comodamente bloccato in ascensore!". Comunicazione e spettacolo? "Stanno arrivando sul mercato cellulari con cui spedire radiografie via internet e vedere le previsioni del tempo mentre ricevi un sms animato a colori inviatoti da un’autoradio palmare ricaricabile senza scatto alla risposta!" "Ma quale cinema! Con la tivù interattiva scegli il film, decidi la trama, cambi il finale, sputi al regista e flirti con l’attrice protagonista!" Lavoro, servizi e tempo libero? "Col telelavoro puoi essere telelicenziato senza uscire dal tuo monolocale, mentre per le ferie puoi tranquillamente prenotare via e-mail i biglietti aerei, l’albergo, il posto auto, la cabina in spiaggia, le imprecazioni per il maltempo e il tasso di coliformi fecali dell’acqua marina!" "Se navigando in rete già puoi accendere un mutuo o avere un estratto conto dalla tua banca, presto potrai fare webrapine a mouse armato!". sclerotica domotica L’amico consulente globale in fantatecnologia è lì per rassicurarti: non c’è nulla che tu non possa fare da casa. Inclusa, se ti hanno appena sfrattato, una bella manifestazione di protesta via webcam dalla stanza degli ospiti di tuo cugino. Se Maometto non va alla montagna (e guai se ci va), è la montagna che va a Maometto, ovviamente online: eccola, la massima filosofica che lo ispira. In piena sintonia con lo zeitgeist postmoderno che vuole il cittadino-utente titillato nel suo isolazionismo domestico: ma cosa vuoi uscire, fare cose, vedere gente! Fuori c’è il traffico, lo smog, il Crimine, il Mondo! Stattene buono buonino a casa, che il Mondo te lo portiamo in salotto, e per aprirgli la porta non muoverti: pigia sul telecomando, o clicca sull’icona! Intendiamoci: nulla di più confortevole della possibilità di pagare una bolletta (esborso a parte) sostituendo la password del tuo computer alla coda allo sportello. Ma questa generosa prestazione di servizi rischia di trasformarsi in delittuosa istigazione alla pigrizia allorché si indirizza al variegato settore della fruizione culturale. Per ora è solo una tendenza tra tante altre, ma vanno moltiplicandosi webconcerti, canzoni scaricabili, mostre online, e-biblioteche, drammi e commedie su vuvuvù punto com, oltre alle classiche(!?) partite di calcio sul display del trial band. Insomma, le amabili profezie tecnologiche dell’amico consulente globale minacciano di tramutarsi in realtà: con la scusa di evitarti i disagi del viaggio e i problemi di posteggio ti inducono agli arresti domiciliari ammannendoti una pappa pronta tanto comoda quanto inodore e insapore a cui ormai vai assuefacendoti anche nel linguaggio. Quanti di noi sentendo l’espressione sito archeologico pensano pavlovianamente a una pagina della rete dalla grafica un po’ démodée? Eppure - sotto sotto - lo sappiamo benissimo che la fruizione dell’arte è anche un fatto (scusate l’arcaismo) sociale: che ci ricorderemo di un quadro che abbiamo visto, astratto o figurativo non importa, o di un concerto che abbiamo ascoltato, classico o rock è lo stesso, per le persone che abbiamo incontrato, per il cibo che abbiamo consumato, per il tempo che faceva, per l’impagabile fatica fisica che ci è costato, oltreché per le emozioni che ci ha regalato. Eppure - sotto sotto - lo sappiamo benissimo che la Gioconda in versione online è una boiata pazzesca, anche se siamo nell’era della riproducibilità telematica dell’arte. Qualche anno fa - si era ancora nella pura riproducibilità televisiva - mi capitò un fatto illuminante: dopo aver visto per anni soltanto alla tivù uno dei massimi capolavori dell’arte contemporanea, ebbi la fortuna di gustarlo dal vivo. Ebbene: capii all’istante quanta sublime bellezza mi ero perso dal mio 21 pollici (mi riferisco all’indicibile eleganza di Michel Platini ammirato in azione allo stadio). Michel..angelo Dio o chi per lui non voglia che sia quello che ci aspetta: asserragliati nei nostri bunker domestici, al riparo dal pericolo antrace e/o dal rischio di rimanere imbottigliati al casello, saremo - bene che vada - consumatori autistici di cultura, soli e incomunicanti, l’occhio sbarrato sul televisore, o sul monitor del pc, o sul monitorino del telefonino. Temo che i beni culturali oramai siano molto più accessibili di noi.
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INDICE:
3) Armi di distrazione di massa (2/1/2004) 2) Dizionario sragionato del 2003 (30/12/2003) 1) Totò, Tanzi e la banda dello scanner (24/12/2003)
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